giovedì 9 dicembre 2010

Per molto tempo...


Per molto tempo, in un tempo molto lontano, ho speso le mie energie nella ricerca di risposte.
Le domande erano tante, io soltanto un adolescente con una piccola manciata di anni vissuti e troppo poco cammino alle mie spalle per comprendere pienamente quali fossero i sentieri che avrei dovuto percorrere e quali lasciare.
Banalmente potrei sostenere che ero un adolescente più maturo dei miei coetanei, più sensibile (aggettivo tanto caro ai genitori che parlano dei loro figli, specialmente le madri) ed anche molto più curioso.
Apparentemente suona bene, in pratica se si è adolescenti con queste caratteristiche non è solo musica quella che ti circonda ma prevalentemente rumore.
Il rumore dei tuoi pensieri, dei tuoi interrogativi, del tuo errare.
La mia percezione del reale era indubbiamente adulta ma con un effetto collaterale non trascurabile… l’isolamento.
Difficile integrarsi con i tuoi coetanei quando essi hanno un sentire ed un vivere lontani dal tuo mondo interiore.
E’ come vivere universi paralleli, il loro ed il tuo, destinati a sfiorarsi ma mai ad incontrarsi realmente.
Il gioco, le relazioni sociali, gli affetti… tutto per me aveva una valenza molto più profonda, a differenza dei miei compagni di scuola o di gioco che invece, coerentemente con la loro età, vivevano semplicemente il loro quotidiano fatto di spensieratezza ed istinto.
Sono stati anni complessi, per certi versi davvero difficili.
Guardandomi indietro adesso che sono un uomo so che sono stati molto importanti poiché sono stati il seme di una pianta dalla quale ho raccolto molti frutti… la mia vita.
Ma a quel tempo avrei voluto essere diverso, avrei voluto far parte di un branco e con il branco andare incontro al mio futuro.
I miei compagni di viaggio sono stati invece i libri, letti avidamente uno dopo l’altro e qualche amicizia adulta incontrata nell’ambito delle frequentazioni della mia famiglia.
Sentivo che sarei dovuto essere altrove, su un prato a giocare a pallone o in strada con la mia bicicletta… ma non riuscivo a farmi attrarre da tutto questo… e leggevo…
In verità non mi sono mai sentito veramente solo, adesso parlo di isolamento ma allora non lo percepivo come tale, lo percepivo piuttosto come una diversità che cercavo di comprendere, una distanza che mi sforzavo di colmare.
Ero riuscito col tempo ad accettarla e a vivere me stesso con me stesso.
Inevitabilmente la distanza si è colmata da sola, con il tempo…
Quando sono stato adulto mi sono ritrovato circondato da adulti e comunicare e condividere è stato più facile.
Più facile ma non facile… guardatevi intorno e il perché vi salterà agli occhi…
E da adulto ho capito che le risposte arrivano da sole e che spesso non ce ne sono.
Vivere coerentemente con se stessi è la cosa importante, conoscersi e capire quale sia la direzione.
Ho imparato a guardarmi dentro, in passato ho capito chi fossi e dove stessi andando.
Ho smesso di cercare avidamente risposte, mi interrogo sempre quello si… ma mi limito a sentire la vita nella sua totalità, sicuro che prima o poi determinate risposte mi saranno concesse…
Vivo pienamente il mio quotidiano, ho imparato ad apprezzarne le sfumature ed i particolari che spesso altri non riescono a percepire.
O magari sono frutto della mia mente… ma che importa, questo sono e questo devo essere.
E oggi finalmente so quale è il mio sentiero… lo avevo dentro fin dall’inizio. (S.R.)

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